Come aprire un ristorante a Roma?
Aprire un Ristorante a Roma potrebbe essere una valida forma d’investimento malgrado la concorrenza e il periodo di crisi economica.
Avviare un ristorante richiede senza dubbio degli investimenti iniziali e di gestione, per questo è molto importante prestare molta alla location, al menù e come si vuole somministrare, al target di riferimento e al design interno.
Oggi per aprire un ristorante a Roma o qualsiasi altra attività in cui viene effettuata somministrazione di alimenti e bevande, come ad esempio un bar, è necessario presentare una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (S.C.I.A.) al Suap di competenza, che nel caso di Roma Capitale, è riferito al Municipio di appartenenza dove ricade l’attività di somministrazione.
Il Regolamento di Roma Capitale (art. 9 della Deliberazione del Consiglio Comunale n. 35/2010) stabilisce, che per aprire un ristorante a Roma bisogna osservare la presenza di requisiti strutturali che afferiscono ai locali in cui viene svolta l’attività e che interessano sia la superficie destinata alla somministrazione che quella destinata ai servizi, con particolare riguardo agli spazi dedicati alla manipolazione degli alimenti.
Suddivisione del tessuto Capitolino in zone in relazione ai criteri di qualità
Viene anche stabilito il rispetto di determinati criteri di qualità ai quali è attribuito uno specifico punteggio, riconducibili alla professionalità del titolare dell’attività e degli addetti al servizio di somministrazione, alle caratteristiche del locale, alla qualità del servizio offerto.
Per ognuno dei criteri di qualità è stato previsto un differente punteggio (40, 30, 20, 15, 10, 5, punti) secondo il grado di rilevanza dell’indicatore.
Data la somma totale dei punteggi pari a 200, per aprire un ristorante a Roma, fatto salva la sussistenza dei requisiti strutturali che più avanti spiegheremo, deve essere garantito il rispetto di un punteggio minimo che varia a seconda della ZONA di appartenenza A, B o C, in cui il territorio del Comune di Roma è stato suddiviso.
Inoltre bisogna aver frequentato con esito positivo un corso professionale (ex REC) per il commercio, la preparazione o la somministrazione degli alimenti, istituito o riconosciuto dalle regioni.
Il corso è facoltativo se si ha lavorato come dipendente per almeno due anni negli ultimi cinque nel settore della ristorazione, o se si possiede un diploma di scuola alberghiera o equipollente.
Ristorante e la somministrazione degli alcolici, cosa sapere:
Nel caso di somministrazione di alcolici, NON si è più tenuti a presentare la DENUNCIA DI ATTIVAZIONE ESERCIZIO DI VENDITA DI PRODOTTI ALCOLICI presso L’ufficio delle Dogane per il rilascio della relativa Licenza di vendita alcolici ma basta una semplice comunicazione da allegare alla Scia commerciale per aprire un ristorante a Roma.
Leggi: ilsole24ore meno obblighi alla vendita degli alcolici
Rispetto dei requisiti strutturali
I locali in cui si intende svolgere l’attività di ristorazione devono essere in possesso dei requisiti strutturali previsti all’art 9 comma 3 del Regolamento, come assenza di barriere architettoniche, dimensione del locale dove avviene la manipolazione degli alimenti non inferiore a 16 mq per gli esercizi con somministrazione di alimenti e bevande con cucina, e 8 mq per quelli senza cucina.
Cosa fondamentale da sapere, è che i locali oggetto della richiesta devono rispettare i requisiti edilizi stabiliti dalla norma, pertanto i locali devono essere in possesso dell’agibilità con destinazione d’uso per gli usi richiesti.
Scopri come possiamo aiutarti noi con la tua SCIA per aprire un ristorante a Roma.
Contattaci allo 06.5202959
[contact-form-7 id=”279″ title=”Contatto veloce ! verrete richiamati nel più breve tempo possibile”]
Notifica Sanitaria
Contestualmente alla scia va allegata la Notifica Sanitaria o Dia Sanitaria destinata alla ASL di appartenenza, in cui viene descritto attraverso un’apposita relazione il ciclo produttivo dell’attività con allegata la relativa planimetria del locale contenente le caratteristiche dei vari ambienti (zona di somministrazione, preparazione dei pasti, bagni, ecc.)
Occupazione suolo pubblico
Se abbiamo intenzione di allestire anche una zona esterna al nostro locale con tavoli e sedie dove effettuare la somministrazione, bisogna presentare apposita richiesta di concessione di occupazione del suolo pubblico al Comune di Roma regolamentata dalla Delibera di Consiglio Comunale n. 75/2010 che prevede il pagamento di un canone che varia in funzione del valore dell’area utilizzata.
Gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande possono quindi richiedere concessione di occupazione di suolo pubblico per motivi funzionali alla svolgimento dell’attività, che non comportino ampliamento della superficie di vendita.
Emissioni in atmosfera
Un argomento da non sottovalutare e non ultimo per importanza per aprire un ristorante a Roma dove c’è molta confusione è relativo alle canne fumarie. Per l’estrazione dei fumi c’è da dire che nel Regolamento d’Igiene del Comune di Roma è previsto l’ ”obbligo della captazione dei fumi e delle esalazioni provenienti dalla cottura degli alimenti mediante cappa aspirante convogliata in una canna fumaria autonoma”.
Visto l’elevato costo di realizzazione, in questi anni molto spesso si giunge a soluzioni alternative come l’utilizzo del sistema a carboni attivi.
Di diverso avviso è stato il I municipio che dopo una nota dell’ASL con una delibera ha sancito che non saranno più concesse nuove autorizzazioni in centro storico a locali sprovvisti di canna fumaria e per quanto riguarda le “vecchie” attività”, chi non è in regola è passibile di sanzione.
Bisogna anche dire che il TAR vista la poca chiarezza da parte del Comune nel regolamentare l’argomento lo ammonisce e lo invita a riappropriarsi del proprio ruolo in materia di ristorazione, riguardo la dotazione della canna fumaria da parte dei locali che fanno cucina, dove massima è la confusione ed esponenziale è stata la crescita dei relativi contenziosi.
Monolocali che, soccorsi da semplici scrubber anziché da vere canne fumarie, finiscono per fare ristorazione con relativi problemi di igiene, salute e dell’ambiente.
Bisogna inoltre presentare presso la Città Metropolitana di Roma Capitale ai sensi dell’art. 272 comma 1, D.Lgs. 152/2006 la dichiarazione di attività in deroga (emissioni scarsamente rilevanti), relativa alle emissioni in atmosfera prodotte dell’attività di cottura, ne sono esempi ristoranti, bar, ecc.
Per questo tipo di emissioni il gestore deve dichiarare che la propria attività o impianto ricade nell’elenco delle emissioni scarsamente rilevanti.
La dichiarazione resta valida per tutto il tempo in cui l’attività o l’impianto vengono esercitati con le caratteristiche descritte nella dichiarazione.
In caso di variazioni rispetto a quanto comunicato (nominativo del titolare, collocazione della sede operativa o legale, ecc.) va presentata una nuova dichiarazione.
Leggi anche il nostro articolo Guida alle emissioni in atmosfera.
Insegne Luminose
Se avete intenzione di abbellire il nostro locale con un insegna luminosa in grado di catturare l’attenzione della clientela, sappiate che l’istallazione di insegne e impianti pubblicitari è soggetta al rilascio di autorizzazione.
Tale autorizzazione va richiesta su apposito modello, a disposizione presso lo Sportello Unico delle Attività Produttive, completo delle generalità del richiedente, della sua firma e dei dati relativi all’esercizio, al quale bisogna allegare delle fotografie frontali e panoramiche dell’esterno dell’esercizio con relative planimetrie che riproducono l’opera richiesta, firmate dal Progettista e Direttore dei Lavori.
Vetrofania
Se vogliamo personalizzare le nostre vetrine applicando delle vetrofanie per renderlo caratteristico, o semplicemente per attrarre il cliente, anche in questo caso il titolare è tenuto a presentare richiesta di permesso attraverso un modello di domanda disponibile presso lo Sportello Unico delle Attività Produttive, allegando n.2 foto dell’attività commerciale interessata e n.2 bozzetti con l’indicazione del messaggio pubblicitario con relative misure.
Impatto acustico
l DPR 227/2011, ha previsto una possibilità di semplificazione per determinate attività come bar, ristoranti, piccoli esercizi, ecc., nel caso in cui nei locali si dichiara di non avere musica al loro interno, si può evitare di consegnare la relazione previsionale di valutazione di impatto acustico.
Se si hanno impianti audio invece, è d’obbligo presentare la documentazione di cui all’articolo 8, comma 6, della legge 26 ottobre 1995, n. 447 “documentazione di impatto acustico”, predisposta da un tecnico competente in acustica in riferimento ai limiti previsti dal piano di zonizzazione acustica adottato dal Comune di Roma per quella zona.
0 commenti